Perchè Scrivo

Perchè Scrivo

con Nessun commento

Perchè scrivi?
Perchè scrivi anziché fare moderni video, podcast e robe simili?
Rispondo per chi ai quali non fosse ovvio.

La comunicazione ha ben noti limiti, che di persona sono minimi, ma mediati dal digitale aumentano tanto, troppo.
Esempio; quante volte guardi un video o ascolti un podcast e a un certo punto ti accorgi di aver perso un pezzo perché qualcosa ti ha distratto?
L’attenzione è come la scimmia giocosa descritta dagli orientali.

Quante volte fermi e fai tornare indietro la registrazione per recuperare ciò che avevi perso? Nella maggior parte dei casi termini, passi ad altro, ma poi ti rendi conto di aver compreso poco o niente di quello che volevi vedere o sentire. Vero?

Quando guardi un video è la faccia e la voce di altri che vedi e che senti.
Quando leggi, invece, la faccia e la voce diventano le tue.

La comodità e la facilità di video e Podcast sono la prigione indolente che immobilizza. (Naturalmente chi non potesse fare diversamente non si senta emarginato. Qui parlo alla maggioranza delle persone “pigre e normo dotate”)

Se leggi, puoi rileggere. Puoi saltare dritto al passo che ti colpì perché lo sentisti tuo, quella prima volta, e quindi rileggerlo.
Uno scritto lo puoi salvare a frasi, a stralci, lo puoi commentare e annotare. Puoi farlo tuo, insomma.

Il video è tipo un oggetto usa e getta, serve a fare audience, followers e altre anglofone puttanate.
Mai veloce come video e audio, la scrittura è lenta, è sapiente.

Perchè se ti distrai aspetta che torni alle righe perdute; parola per parola va letta, assimilata, compresa; questa elaborazione attiva fa si che i concetti letti diventino parte di te. Ripeto che non è come trovarsi in presenza, ma per ovvie ragioni trovo che sia l’ottima alternativa.
I video passano come una vetrina, gli audio come rumori, percepiti in maniera passiva, spesso di corsa mentre si fa qualcos’altro. Ed è qui l’errore, correre dissennati, vivere nel futuro o nel passato. La scrittura invece obbliga a stare nel presente, è l’atto volontario di stare qui e ora a leggere. E poi è anche una faccenda intima, come se tu e chi scrive, nell’istante in cui leggi, siate uniti nel pensiero, e forse nell’energia generata.

Non so come spiegarlo diversamente, ma l’insieme di intelligenze che si incontrano, anche senza toccarsi, anche se distanti nello spazio e nel tempo, mediate da parole scritte su carta, è comunque una propagazione, uno scambio di pensieri, idee, concetti, è energia espansiva.
C’è un punto invisibile dove ragione, fantasie, concetti si fanno essenza, un po’ come il paradosso dell’amore che più ne dai e più aumenta e si espande, anche le idee che scambi aumentano e si espandono.

Persino le antiche civiltà evolute hanno lasciato tavolette incise e ideogrammi da interpretare. Magari scopriremo che anche loro hanno prodotto immagini e suoni custoditi chissà come; pertanto finora “Verba volant scripta manent”, o anche il popolare “carta canta e villan dorme”.

Rispondi