Buon Vivere – parte 3

Buon Vivere – parte 3

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Buon Vivere

Sull’Abitare – parte 3

Abbiamo descritto brevemente alcuni passi efficaci per migliorare lo stile di vita; ora riflettiamo:

Estendendo la coscienza del benessere psicofisico, il tempio corpo grazie al quale esistiamo, sta bene quando è ben nutrito, vestito con abbigliamento il più possibile naturale, quindi anche abitante in un edificio di buona qualità costruttiva, dislocato nella zona più adatta a ciascuno. Semplice no ?

Non resta che dire due parole sull’arredamento.

Qualcuno si troverà una abitazione ancora completamente vuota da arredare, con in mente magari più stili; qualcun altro avrà il problema opposto con troppi mobili da gestire, nel dubbio su cosa tenere e cosa togliere; la maggioranza avrà alle spella una o più tappe abitative in seguito alle quali si ritroverà con svariati pezzi di arredamento e suppellettili da gestire. Talvolta stanchi di vedere gli stessi ambienti, potrebbe scaturire il desiderio di buttare tutto e rifare daccapo, incerti tra scegliere una linea lussuosa, oppure una più sobria o economica tipo Ikea. Spesso nel mezzo ci sono le soluzioni.

Hai mai fatto caso quanto ti siano rimaste impresse quelle case dotate di intensa personalità ? Che ti siano piaciute o meno, avrai notato che l’arredamento, le suppellettili e il tutto nel suo insieme in una abitazione è quasi come il vestito di chi lo indossa e chi appunto vi abita.

Da quelle Zen, apparentemente vuote, a quelle lucidissime che sembrano una esposizione di mobili, a quelle strapiene di ninnoli e oggetti provenienti da chissà dove, il carosello di possibilità è infinito.

C’è chi ama mobili moderni, chi preferisce quelli antichi, chi mescola modernità e vintage, ognuno ha i propri gusti.

Nonostante ciò, quasi come per l’abbigliamento, per varie ragioni che vanno dalla semplice noia alla necessità di cambiamento spesso ci ritroviamo con la sensazione che diventa anche una necessità, di rinnovare la casa. E allora specie in questo periodo, ma da sempre per qualcuno, vale la regola del riciclo. Vale a dire che occorre capire e distinguere il da farsi. Ad esempio alcuni mobili ci hanno stancato ma tutto sommato ci piacciono quindi anziché buttarli possiamo dargli una nuova veste, una nuova funzione forse. Altre volte ne riutilizzeremo solo una parte, e allora l’altra non si getta, ma si porta se possibile nei mercatini dell’usato, dove è possibile lasciare in conto vendita le proprie cose e acquistarne altre a prezzi interessanti. Così il riciclo è sia un piacere sia un atto etico, funzionale al cambiamento.

E poi c’è la comodità che quanto ancora non sai sui lavoretti da fare, puoi impararlo e sperimentarlo sbirciando e prendendo esempi dai tanti tutorial che sono disponibili in rete, alcuni dei quali particolarmente ben fatti e verosimili.

Abbinare vernici, stoffe e materiali moderni a oggetti antichi ancora sani va oltre il semplice concetto del riciclare; rinnovare mobili e oggetti vecchi è un modo per unire tradizioni e creatività, novità e classico, è un rituale esteriore con effetti di rinnovamento interiore.

Ogni pezzo rinnovato, porta in sé la sua storia, i suoi segni, le cicatrici, e la personalità unica di chi lo ha rigenerato. Parlarne così rende bene l’idea che la fase di rinnovamento non sia solo fatica, ma un vero e proprio piacere. Esattamente in linea con la filosofia di essere coscienti e godersi il viaggio.

 


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