Pensieri

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Pensieri …

Sarà anche che gli anni passano, le esperienze si accumulano e se non mi hanno ammazzato, di certo mi hanno cambiato, temperato, addolcito, portato ad ampliare la coscienza, divenire consapevole per livelli o gradi sempre più ampi e profondi.

Ogni sera esco e passeggio; mentre la cena viene assimilata, i passi si susseguono, il mio intero essere prova piacere nel sentire il meraviglioso organismo vivente che io sono funzionare, svolgere infinite operazioni magnificamente, esso mi permette di godere la vita, di esserne consapevole.

Gironzolo e osservo, rifletto, faccio congetture e dialogo interiormente…

Piccole cose accadono, animaletti si muovono, volano, saltellano, si preparano alla notte; persone di vario genere camminano, o stazionano sulle panchine; parlano gridano, qualche bimbo corre ancora. Indigeni e stranieri talvolta socializzano, altre volte si ignorano, qualcuno già ubriaco barcolla. Molti giovani cazzeggiano, scherzano, oppure sono isolati imprigionati nei loro accessori tecnologici con cuffiette al posto della catena con palla al piede.

Noto che col variare degli orari, varia l’etnia dei gruppi e dei singoli individui in circolazione. C’è l’orario mattutino riempito di anziani che si raccontano gli ultimi sviluppi dei pasti e delle relative deiezioni intestinali; mamme che prendono il caffè dopo aver accompagnato a scuola la figliolanza, solitamente rampolli di ceto medio alto vero o solo esibito, con qualche immancabile suv parcheggiato al posto della bicicletta.

Si susseguono i primi gruppi di nordafricani (per lo più marocchini e tunisini) che nemmeno cercano un lavoro onesto come molti loro paesani che a quell’ora hanno adempiuto a buona parte dei compiti; con i volti e gli abiti ancora stropicciati, riconoscibili anche a occhi bendati dagli afrori forti di spezie, urina, cibo rancido, alcool e chissà cos’altro disinvolti ma cauti distribuiscono le razioni di fumo ai soliti giovanetti sprovveduti, mentre portano vanti altre trattative ai cellulari.

Nel primo pomeriggio e fino alle sedici circa si raduna il gruppo delle badanti ucraine, riconoscibile dai fisici massicci, la pelle rubizza e gli occhi immancabilmente chiarissimi, oltre ai dialoghi nella loro lingua madre. Spesso oltre a intrattenersi e raccontarsi tra loro, alcune si guardano intorno, dato che nel frattempo passeggiano o siedono sulle panchine adiacenti vecchi signori pensionati. E allora li scrutano cercando di capire se siano benestanti, alcune testano i soggetti con brevi discorsi occasionali, subito interrotti in caso manchino le basi – economiche soprattutto. In altre occasioni si intrattengono, per fare amicizia, conoscenza finalizzata alla reciproca utilità, ovvero farsi compagnia, dare una mano per le faccende di casa, magari farsi ospitare, elargire un po’ di sesso facile e forse riuscire nell’intento di farsi prendere in casa come legittima compagna, salvo ereditarne la pensione per reversibilità. Un mercato antico e instancabile.

Ho notato che, passeggiando a orari diversi per divertimento oltre che per trovare quello più congeniale, negli orari dei pasti, solitamente intorno alle 13,00 e alle 20,00, spariscono tutte le persone del posto, sostituite da gruppetti o singoli stranieri, che forse non hanno casa o famiglia, presumo, tali che si intrattengono a mangiare kebap, pizze, o scolarsi parecchie birre, magari dispensando altre dosi di fumo o peggio per arrotondare a mantenersi. Alcuni hanno persino il reddito di cittadinanza e se lo spendacciano per i vizi, le sigarette e i giochi di scommessa… questo mi fa arrabbiare oltre che sorridere..

Non è possibile generalizzare e dire bene come stanno le cose perché il panorama è tanto variegato quante sono le storie individuali. Certo è che il carosello di personaggi osservabili è un passatempo …

Altrettanto divertente è osservare come ogni mattina, ignare d’esser viste, le persone si preparano per la giornata. Ne parleremo in un prossimo articolo.

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